Quando i miliardari giocano a fare i politici: il caso Musk e Berlusconi e l’ipocrisia della critica alla Cina

Il potere economico, da sempre in grado di influenzare la politica, negli ultimi anni è diventato un attore sempre più dominante sulla scena internazionale, direi ormai “ingombrante”. Seppur in tempi diversi due figure emblematiche di questo fenomeno sono Elon Musk e Silvio Berlusconi. Entrambi, con le stesse dinamiche e gli stessi strumenti, hanno dimostrato come sia possibile trasformare il denaro in potere politico, minacciando così i fondamenti stessi della democrazia.

Silvio Berlusconi: il Cavaliere e la politica – Silvio Berlusconi, ex premier italiano, è stato un pioniere nell’utilizzo dei media per conquistare e mantenere il potere politico. Grazie a un impero mediatico costruito negli anni, è riuscito a plasmare l’opinione pubblica, influenzare le elezioni e condizionare l’agenda politica del paese. Il suo caso è esemplificativo di come un imprenditore, sfruttando la sua ricchezza e il controllo dei mass media, possa trasformare la democrazia in una sorta di “democrazia mediatica”.

Elon Musk, il visionario e il potere globale, ritenuto fondatore di Tesla e SpaceX ma solo finanziatore, rappresenta una nuova generazione di magnati che utilizzano le loro aziende e le loro fortune per influenzare la politica a livello globale. Acquistando piattaforme social come Twitter, Musk ha acquisito un potere enorme nel plasmare il dibattito pubblico e nel diffondere disinformazione. Inoltre, le sue aziende operano in settori strategici come l’energia e le comunicazioni, conferendogli un’influenza senza precedenti sulle infrastrutture critiche di molti paesi.

Sono pericoli reali per la democrazia? Le azioni di personaggi come Musk e Berlusconi pongono seri rischi per la democrazia. Quanto conta l’uguaglianza dei cittadini?

La concentrazione di potere economico nelle mani di pochi crea una disuguaglianza di fatto, in cui i più ricchi hanno una voce molto più potente di quella dei cittadini comuni.

Esiste ancora la libertà di stampa? Il controllo dei media da parte di interessi privati limita la pluralità dell’informazione e favorisce la diffusione di narrazioni parziali o false. Risultato? siamo al 50mo posto in classifica su 180 nazioni nelle quali viene misurata la libertà di stampa. pochi dati: Norvegia (1° posto) Irlanda (2° posto) Danimarca (3° posto) Francia (24° posto) Germania (21° posto) Regno Unito (26° posto) Stati Uniti (45° posto) L’Italia supera invece alcuni paesi come la Grecia, che si posiziona al 107° posto.

Siamo certi dell’indipendenza delle nostre istituzioni? Le pressioni economiche e politiche esercitate dai grandi imprenditori possono compromettere l’autonomia delle istituzioni democratiche, come i parlamenti e i tribunali. Solo una figura istituzionale ha fatto sentire la sua voce su interferenze becere e grossolane, ma per quanto riuscirà a far sentire la sua voce? È chiaro il riferimento al Presidente Mattarella.

Risulta evidente che le aziende multinazionali, come quelle finanziate da Musk, possono esercitare un’influenza significativa sulle politiche dei governi, mettendo a rischio la sovranità nazionale.

L’ipocrisia della critica alla Cina e’ il contraltare al fenomeno occidentale. È interessante notare come, mentre non si alza nessuna condanna sull’i’influenza di Musk e Berlusconi sulle democrazie occidentali, si tenda a sopravvalutare o addirittura a condannare comportamenti analoghi da parte di altri attori globali, come la Cina. Spesso si critica Pechino per l’influenza che cerca di esercitare su altri paesi, utilizzando strumenti come la propaganda o la corruzione, ma si omette di sottolineare come questi stessi strumenti vengano utilizzati, seppur in modo diverso, anche all’interno delle nostre società.

Miopia a comando o miopia prezzolata? La domanda che sorge spontanea è: perché si è così severi nel giudicare i comportamenti Cinesi, mentre si è più indulgenti nei confronti di altri attori globali? La risposta potrebbe risiedere in una sorta di “miopia selettiva”, dettata da interessi economici o politici.

In altre parole, si tende a criticare maggiormente coloro che rappresentano una minaccia per i propri interessi, mentre si tende a minimizzare i comportamenti di coloro che, pur agendo in modo simile, sono considerati alleati o partner.

Dubbi sul fatto che il potere economico, se concentrato nelle mani di pochi, rappresenta una seria minaccia per la democrazia? I casi di Berlusconi e Musk, così come le dinamiche che si osservano a livello internazionale, dimostrano come sia urgente agire per contrastare questa tendenza. È fondamentale che i cittadini e le istituzioni siano consapevoli di questi rischi e agiscano in modo deciso per proteggere le nostre democrazie.

Cosa ne pensi?

Non credi che stiamo assistendo alla nascita di una nuova classe dirigente globale, dove il potere politico è sempre più subordinato a quello economico?

La democrazia rappresentativa è ancora uno strumento adeguato per governare un mondo globalizzato e dominato dai grandi capitali?

Saresti disposto a rinunciare a una parte della sovranità nazionale in cambio di una maggiore prosperità economica? = piu $ ma meno libertà?

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