La storia delle macchine Transfer a tavola rotante (Rotary Transfer) e’ indiscutibilmente legata e radicata alla provincia di Brescia. Fino alla fine degli anni 90 ed inizio 2000 si contavano produttori sparsi in Europa e America ma da 10-15 anni la provincia di Brescia detiene il quasi monopolio di questo settore.
Dallo sviluppo, iniziato negli anni 50, di macchine che erano proiettate all’efficienza produttiva di pochissimi prodotti e poco flessibili, fino ad oggi dove I produttori continuano nella spasmodica ricerca di elevare le prestazioni ( A – tempo ciclo) l’affidabilità della produzione (B – tolleranze) e affidabilità dell’impianto (C – efficenza) il settore ha visto crescere pochissime newco, in pratica e’ un settore in mano a una manciata di famiglie che da 60 e più anni si tramandano l’attività.
Il mantenimento di questi 3 fattori ad elevatissimi valori necessita un continuo e proporzionale incremento della ricerca e sviluppo, funzione ormai assolta da figure di altissima specializzazione con strumenti di elevata sofisticazione. Il tutto accompagnato dai relativi elevati costi.
Oggi le macchine Transfer sono impianti complessi non più gestibili da Operai specializzati, gli operatori delle macchine moderne sono tecnici con competenze specifiche e necessitano di una lunga formazione prima di poter operare in autonomia.
In pratica, l’avanzamento tecnologico ha portato le macchine moderne ad vere efficenza produttive elevate ma a fronte di investimenti e rischi altrettanto elevati. Vi sono settori, ancora ben ancorati nel tessuto industriale Europeo, che necessitano e mantengono produzioni di pezzi con elevati volumi e richieste tecniche di basso livello (tolleranze non critiche).
Una considerazione fa fatta sulla vita media di queste macchine ed impianti, non di rado passano I 35-40 anni prima di una dignitosa cerimonia di “raggiunto fine vita”, cerimonia che spesso si traduce in un rifacimento delle parti essenziali e con una buona mano di vernice tornano quasi nuove e di nuovo produttive.
A quale costo?
Per assecondare le necessita del mercato con macchine “entry level” o da produzione di raccorderia o rubinetteria vi sono due alternative, Il mercato delle macchine “usate” o “ricondizionate” comunque con dei limiti dovuti alla poca flessibilità che avevano le macchine degli anni 70-80 e 90, per cui non e’ facile disporre di macchine adeguate alle necessita, oppure, macchine nuove costruite su ordinazione; ai costi attuali una macchina tipica da rubinetteria nuova richiede un investimento che supera I 450.000/500.000 euro per macchine idrauliche senza molti fronzoli.
Rimanendo in questa fascia di mercato vi sono poche alternative, o macchine ricondizionate, se si trovano o macchine entry level nuove.
Fino ad oggi il mercato non ha lasciato spazio ad altri operatori che volessero entrare a competere su un terreno molto esigente e molto be servito in termini di assistenza e supporto tecnico.
Daniele Prandelli Senior Advisor www.bei-lin-da.com/it/
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