Ma davvero pensiamo che la politica internazionale e i problemi interni possano essere risolti con un po’ di spettacolo e qualche minaccia al gusto di Groenlandia?
Jan 09, 2025
Share
Paura di Donald Trump e la sua “strategia della minaccia”? Che genio del male, eh?
Non è che le sue dichiarazioni siano frutto di improvvisazione, no, no. È tutto parte di un piano super sofisticato: attirare l’attenzione, creare caos e posizionarsi come l’unico salvatore. Ma la vera domanda è: perché lo fa? La mia risposta: chiedere a Steve Bannon, è lui lo spinner.
Creare il nemico per consolidare il potere
Trump ha un talento speciale per costruire nemici immaginari. Non importa se il nemico sia reale o no: può essere un paese straniero, l’ONU, o addirittura un intero continente. L’importante è distogliere l’attenzione dai veri problemi, come la disuguaglianza o le sue stesse controversie personali.
La retorica della minaccia come arma di distrazione
Le sue dichiarazioni, tipo comprare la Groenlandia o litigare con il Canada, non sono mai pensate per essere realizzate. Sono solo per generare titoli sui giornali e polarizzare l’opinione pubblica. Nel frattempo, i problemi reali restano in secondo piano.
Distogliere l’attenzione dai problemi interni
La strategia del caos non è nuova, ma Trump l’ha portata a un livello superiore. Quando la sua amministrazione è sotto pressione, alza la posta con dichiarazioni spettacolari. Non è un caso che molte delle sue uscite più controverse avvengano in momenti scomodi per la Casa Bianca.
Il vero obiettivo: consolidare il consenso
Dietro la retorica esplosiva c’è un obiettivo: consolidare il consenso. Trump sa che il suo elettorato ama la sua immagine di uomo forte.
Ogni minaccia, ogni dichiarazione fuori dagli schemi, è pensata per rafforzare questa immagine.
Una strategia pericolosa
Tuttavia, la strategia della minaccia non è priva di rischi. Alimentare tensioni internazionali o proporre soluzioni irrealistiche può danneggiare la credibilità degli Stati Uniti e polarizzare ulteriormente la società americana.
Conclusione: oltre la retorica, un modello collaudato
Ogni dichiarazione controversa fa parte di una strategia più ampia per concentrare il potere nelle sue mani. Il vero obiettivo? Non è mai stato prendere la Groenlandia. È sempre stato mantenere il controllo della narrativa politica e posizionarsi come il centro del dibattito pubblico.
Che ci si creda o no, questo approccio funziona – almeno per lui.
Ma siamo o possiamo restare inermi davanti a questa tensione che, seppur di striscio, colpisce i principi democratici dell’Occidente?
Cosa possiamo fare?
Io credo che questi elementi vadano da ora tenuti in considerazione:
- Restare ancorati ai fatti: Rispondere con dati concreti e argomentazioni razionali per evitare che la retorica distrattiva prenda piede.
- Sfruttare la coesione sociale: Creare alleanze tra forze politiche e civili per contrastare la divisione e promuovere l’unità. Seppur al momento le forze progressiste siano tutte deboli.
- Promuovere il dialogo razionale: Costruire spazi di discussione pacati che affrontino temi reali e non provocazioni. Provocazioni che invece verranno fomentate dal sistema populista. Reagire? Meglio dialogare.
- Contrastare la manipolazione mediatica: Offrire comunicazione trasparente, basata su fonti affidabili, per ridurre l’efficacia della disinformazione. Sarebbe importante, anche se Meta già è fagocitato dal tiranno di turno, X è braccio destro del tiranno, cos’altro rimane di prominente? Pochi blog e nient’altro.
- Critica costruttiva e responsabilizzazione: Smontare la retorica con argomentazioni razionali e proporre soluzioni concrete ai veri problemi. Anche se la partecipazione alle discussioni sui social è spesso becera e poco costruttiva, anche dai progressisti.
- Rafforzare la cultura della verità: Promuovere una cultura di trasparenza e di verità nelle politiche pubbliche, contrastando la disinformazione.
- Investire in educazione civica: Migliorare la comprensione critica dei cittadini riguardo alla politica e ai media per ridurre l’efficacia della manipolazione.
- Affrontare i problemi reali: Concentrare il dibattito su temi concreti come disuguaglianza, cambiamento climatico, salute e educazione, proponendo soluzioni praticabili.
Otto punti molto difficili da attuare, ma possibili da ricordare, ricordare per quei momenti in cui la tempesta mediatica si placherà e, come nelle tempeste di neve, per salvarsi bisognerà scavare una buca, coprirsi ed attendere che passi.
Prima o poi il sole tornerà a splendere.
Qualche link per capire i retroscena:
La forza del Caos, lo spinner Steve Bannon
#Trump #StrategiaDellaMinaccia #PoliticaPopulista #DividerePerConsolidare #MediaManipolazione #RhetoricaDelCaos #UnitàSociale #PoliticaInternazionale #Trasparenza #DialogoRazionale
Thanks for reading DANIELE PRANDELLI! Subscribe for free to receive new posts and support my work.
Subscribed